La SIAE poliziotto dei videopoker? PDF Stampa E-mail
La SIAE  poliziotto dei videopoker?

 

 

E’ di poche settimane fa (17 febbraio scorso) la notizia, reperibile sui siti specializzati in Scommesse, Videopoker, e similari ma ignorata dalla Stampa nazionale, che la SIAE  si occuperà di verificare se i videopoker e le consimili macchinette siano regolari o meno.

 

Proprio “la”  SIAE? 

La Società Italiana degli Autori ed Editori? Quella fondata oltre cento anni fa da personaggi come, tra gli altri,  Giuseppe Verdi, Boito, Carducci, Verga, De Amicis, Giacosa, Ricordi, Hoepli, per accogliere in sé, e tutelare, il Diritto d’Autore e di conseguenza la stessa Cultura Italiana?

 

Ebbene sì. Proprio quella SIAE.

 

Riportiamo dal Web:

“…Giorgio Assumma ha appena firmato una convenzione con Aams, l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato. Siae per tre anni farà ogni anno 20 mila (!)controlli in bar, pub, ristoranti e alberghi per censire i videopoker e combattere gli illeciti in questo settore (che vale 26 miliardi e 3 di gettito erariale). Siae è stata scelta grazie alla sua "capillare organizzazione" Così Siae se la vedrà con i baristi che hanno videopoker privi dell'autorizzazione.”

 

Analizziamo la notizia:

“ Siae farà 20.000 controlli l’anno… “ ( ciascuno comprensivo di “…annotazioni che dovranno essere riportate dagli ispettori Siae negli «atti di segnalazione»: dal codice identificativo Aams rilevato in ogni apparecchio da gioco, alla presenza della copia conforme del Nulla Osta di distribuzione e la sua apposizione sull’apparecchio, alla presenza dell’originale del Nulla Osta di messa in esercizio e la sua apposizione sull’apparecchio, ecc. ecc.”)

E tutto ciò  con quali risorse?

Con quante persone impegnate?

E a quale costo?

E inoltre: si tratta di risorse interne e pertanto  sottratte alla Mission della Società, che consiste nel raccogliere i Diritti d’Autore? 

E con quale perdita stimata nella conseguente depauperata raccolta dei Diritti? Ovvero: tirando la coperta troppo corta verso i videopoker, quanti Diritti d’Autore restano scoperti? Quanti soldi in meno nelle tasche di chi, Autori ed Editori,  produce la ricchezza della SIAE?

 

Oppure  la Siae si servirà di risorse esterne  aggiunte per la bisogna? quindi con costi aggiuntivi e  nuove spese?

 

In entrambi i casi, risorse interne o esterne, appaiono evidenti l’incongruenza e l’inopportunità di una scelta del genere.

 

La Siae,  prima di siglare l’accordo con Aams,  ha approntato tutte le necessarie ed  esaurienti proiezioni  economico-finanziarie, nonché  amministrative e aziendali su tale operazione, allo scopo di definirne correttamente il reale rapporto costo-beneficio?

 

Perché poi dovrebbe essere una Società di capitali generati da fonti private (Opere e Contenuti proprietà di Autori ed Editori) come la SIAE, a effettuare un servizio tipico di altre Istituzioni e Soggetti Pubblici preposti a ciò, come Guardia di Finanza, Carabinieri e quant’altro, peraltro già finanziati per tali servizi dai Contribuenti? 

 

La risposta più ovvia potrebbe essere che la chiusura di questo accordo con Aams comporti per  la SIAE  un rivoluzionario beneficio finanziario e manageriale, massiccio e consistente.

 

E infatti leggiamo: “…questo settore vale 26 miliardi (e 3 di gettito erariale)…” 

 

Ebbene, di tutti quei miliardi, quanto verrà alla SIAE per tale servizio? 

 

Non si sa. Tutto tace.

I comunicati di Aams e SIAE non lo dicono, in Rete e sulla Stampa nazionale non ve n’è traccia.

 

Competenti voci interne alla Società definiscono irrisorio il corrispettivo dell’accordo Siae-videopoker, tanto da far apparire il rapporto costo-beneficio dell’intera operazione enormemente squilibrato a favore dei Monopoli di Stato. 

 

“Siae è stata scelta grazie alla sua "capillare organizzazione…",  dice con soddisfazione l’Aams. E chi non sarebbe soddisfatto di sfruttare per trenta denari una tale “capillare organizzazione”  bella e pronta e  soprattutto quando è pagata da altri? Nello specifico dagli Autori ed Editori con i proventi dei loro  Diritti.

 

Perché la SIAE compie un tale passo falso?  Perché svende  la propria Storia, la propria Immagine,  il Lavoro dei propri Associati, il proprio Valore Aziendale così maldestramente?

Chi ne approfitta? Chi trae giovamento da questa gestione scriteriata?

Chi ai suoi vertici non sa tenere il passo con i tempi. Chi non riesce a stare dietro agli eventi, arranca e fallisce lì dove sta il cuore della missione societaria: la raccolta del Diritto d’Autore. Si accroccano mezzucci da  “amministrazione  creativa”  per coprire l’inadeguatezza e salvare le apparenze.

La SIAE accusa un’incompetenza diffusa e geriatrica nei confronti del mondo che costituisce il suo nucleo: la Creatività, i Contenuti e la loro Remunerazione. 

Oggi, Opere e Contenuti, frutto del Lavoro di Autori ed Editori, sono pane e companatico quotidiano della Società Civile nazionale e internazionale che letteralmente li divora attraverso tecnologie e diffusioni pervasive. 

E poiché alla progressione geometrica quantitativa dell’utilizzazione dei Contenuti dovrebbe affiancarsi un altrettanto progressivo incremento della Raccolta dei Diritti questo dovrebbe rallegrare Autori ed Editori, in vista della giusta remunerazione per tanto sfruttamento.

E invece no: la SIAE accusa un penoso declino nella raccolta del Diritto d’Autore proprio nell’Epoca della massima utilizzazione ed espansione dei Contenuti. 

Incapace di correggere la rotta procedendo agli indispensabili aggiornamenti, la SIAE sceglie di pietrificarsi ancora di più nei propri polverosi sistemi di gestione.

La Società, con questo accordo suicida a tutela delle slot machine, si dichiara esplicitamente lontana anni luce dalla sua vocazione primigenia, dai suoi Associati, dal ribollire degli eventi, dalle novità che incalzano e scavalcano i Burosauri che ne occupano vertici.

Invece di aprirsi alla comprensione coraggiosa e informata di come va il mondo dei Contenuti oggi, si rifugia nelle mezze maniche del gabelliere di turno, spostando  il proprio asse di competenza  verso i cosiddetti “Servizi”, a spese della vocazione naturale e genetica della Società, che è e resta la tutela di chi fa Cultura attraverso un’efficace raccolta del Diritto d’Autore e la sua corretta redistribuzione tra gli aventi diritto.

La  SIAE , invece di studiare e mettere in pratica piani aziendali, manageriali, industriali di avanguardia, storna risorse umane, professionali e logistiche, vitali per il suo core business, verso un “servizio” da poliziotto che nulla ha a che fare con la sua vocazione.

Si trasforma in sgherro dell’Agenzia delle Entrate, in cascherino dell’Aamms, in galoppino dell’Inps, e così via.

Questo sciagurato accordo sui videopoker, gravissimo nella sostanza, nella forma e nell’etica, non solo non porta nessun giovamento alla SIAE, ma contribuisce al suo tramonto di Società d’Autore.

 

E la offende.

Fondata da Giuseppe Verdi, casa della grande Lirica, della grande Musica, del Grande Teatro, della grande Letteratura, della Poesia, della Danza, la SIAE, oggi,  è ridotta a scagnozzo che va a controllare se la macchinetta mangiasoldi funziona correttamente. Ovvero se mangia, legalmente ma comunque li mangia, soldi ai cittadini. Di solito i più poveri, dei quali non pochi intossicati dal gioco.

E tutto questo annunciato trionfalmente nei siti di Scommesse e videopoker, come se la SIAE avesse fatto un grande affare.

Ciò avviene  nell’incosciente sonnolenza e disinformazione di molti degli Associati, sia Autori che Editori, che sembrano non comprendere la propria progressiva messa all’angolo all’interno della loro stessa Società.

E’  una notizia buia.

E’ inquietante che nessuno abbia alzato una voce per stigmatizzarla.

Antonio Ragaglia