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assemblea della siae  del 23 giugno 2009
 

Abbandono polemico dell’aula da parte di una nutrita schiera di membri dell’assemblea, così da impedire (per mancanza del numero legale) la rielezione a presidente dell’avvocato Giorgio Assumma. il bilancio consuntivo approvato a maggioranza risicata ,34 voti a favore e 26 astensioni.

(astensione di una parte significativa dell’Assemblea)

 

Dopo l’assemblea di martedì  23 giugno 2009, la SIAE naviga in acque agitate. A guidare la protesta, è l’ “industria”, un’alleanza trasversale capeggiata dagli editori musicali multinazionali e indipendenti (EMI, Sony/ATV, Warner Chappell, Universal, Sugarmusic, Accordo/Curci, Abramo Allione, Ala Bianca, Peer Music, CAM, Leonardi, Media).

 

I “dissidenti” contestano ad Assumma, al consiglio di amministrazione e al direttore generale una crescita esponenziale del debito (cioè delle somme accantonate e non ancora ripartite) nei riguardi degli associati, ma soprattutto la diminuzione degli incassi nel settore in crescita del digitale (poco più di 5 milioni di euro, contro i 7 dell’anno precedente), in controtendenza con le performance delle altre principali agenzie di collecting europee: colpa, a loro avviso, di una politica contrattuale poco efficace e lungimirante nei riguardi dei grandi utilizzatori del repertorio, Internet provider, operatori telefonici ed emittenti radiotelevisive.


La coalizione dissidente, chiede a questo punto “un nuovo progetto politico e gestionale a tutela degli associati a partire dalla designazione del Presidente”.